Stamani, a Palazzo Medici Riccardi si è tenuto l’importante convegno “Locali e botteghe storiche, patrimonio culturale italiano” organizzato dal’Associazione Locali Sorici d’Italia a cui la nostra Associazione è stata inviata a partecipare. Oltre che a creare un gemellaggio tra la nostra Associazione e quella dei Locali Storici d’Italia, è’ stato l’occasione per lanciare un messaggio in favore della salvaguardia e della tutela perché non si perdano gli antichi e prestigiosi locali e esercizi storici di tutto il Paese, portando l’esempio di Firenze come modello da seguire da parte di tutti i comuni d’Italia, con una particolare richiesta di “attenzione” a questa risorsa anche da parte del Governo. “Dobbiamo difendere e promuovere questo straordinario patrimonio che l’Italia possiede – ha introdotto Claudio Guagnini, segretario generale dell’Associazione Locali storici d’Italia – che è architettonico, culturale, economico, turistico, civile e sociale, perché la sua cultura appartiene alla comunità. Pensate al Florian di Venezia, al Greco di Roma, al Gambrinus di Napoli, Meletti di Ascoli Piceno, Villa d’Este di Cernobbio, Cambio di Torino, che sono “Musei dell’ospitalità” unici e irripetibili. Fabio Giorgetti, presidente Commissione Consiliare Sviluppo Economico Comune di Firenze, ha illustrato le iniziative in atto mirate proprio alla difesa e alla valorizzazione degli antichi esercizi fiorentini. Buone notizie per le attività storiche anche dal Senato. La senatrice Rosa Maria Di Giorgi, infatti, ha dichiarato che il 27 aprile prossimo a Palazzo Madama presenterà un disegno di legge sul patrimonio Unesco che contribuirà anche a tutelare maggiormente gli esercizi storici e tradizionali. «Caffè e trattorie storiche sono i salotti letterari che, tra Otto e Novecento, hanno partorito la cultura del rinnovamento al di fuori delle Accademie e delle Università – ha sottolineato il professor Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini – sono i luoghi d’incontro da cui, da colazione e fino a cena, è scaturita la parte più viva, rivoluzionaria e incisiva della cultura nazionale: penso alle Giubbe Rosse, al Pedrocchi, al Caffè Michelangelo, all’Antico Fattore». Fiorentino, amante della città e delle sue tradizioni, Eugenio Giani, storico di Firenze e presidente del Consiglio Regionale della Toscana, ha illustrato la naturale sensibilità delle istituzioni verso il patrimonio di locali ed esercizi storici di una città, Firenze, la cui storia è permeata dalla presenza delle botteghe quale patrimonio endemico della città. Dei grandi alberghi storici, simbolo dell’hotellerie italiana, che si stanno spostando in mani straniere, ha parlato Francesco Bechi, presidente Federalberghi Firenze, sottolineandone l’aspetto positivo di notevole opportunità per affiancare il grande patrimonio del management e della professionalità italiana alla finanza internazionale, capace di lanciare le nostre attività a livello mondiale, e ha insistito sul valore delle antiche stirpi di albergatori italiani tuttora operanti come garanti dell’identità dell’ospitalità del nostro Paese. Gli esercizi storici rappresentano una ricchezza di professionalità, competenza, maestria e saper fare acquisita con lunga pazienza, sacrificio e fatica – ha detto Gherardo Filistrucchi, presidente dell’Associazione Esercizi Storici Fiorentini. Sono punti di riferimento delle nostre città, equiparabili, per molti aspetti, ai monumenti di cui la nostra Italia è ricca, e contribuiscono notevolmente a caratterizzarne il tessuto sociale: è pertanto indispensabile attuare ogni e qualsiasi azione, associativa e istituzionale, affinché si riesca a tutelarli, promuoverli, salvaguardarli, facendoli apprezzare e scoprire come realtà vive e utili. Su questo aspetto l’Associazione Esercizi Storici Fiorentini sta convogliando molti dei propri sforzi.


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